Food writing e food trend 2019: come e di cosa si parlerà quest’anno

Da quando ho iniziato a scrivere di cibo online e a occuparmi di food writing, ho capito l’importanza di saper individuare le tendenze del settore per poterne parlare in modo consapevole e aggiornato.

Il settore food, che si parli di ristorazione, critica gastronomica, social media o editoria, come ogni altro settore segue delle tendenze che non dobbiamo necessariamente cavalcare se non sentiamo nostre, ma che sicuramente vanno conosciute se vogliamo scrivere di cibo in maniera professionale.

Quali saranno i food trend 2019

Il 2019 sarà l’anno votato alla sostenibilità e all’esaltazione del cibo sano, vegetale e di ottima qualità.

Negli anni passati abbiamo già visto comparire a scaffale moltissimi prodotti biologici, alimenti ritrovati, una maggior varietà di cereali e pseudo-cereali, le tanto discusse bevande vegetali. Non solo nei blog, ma anche in ricettari e manuali di cucina pubblicati e nei menù dei ristoranti abbiamo iniziato a notare la presenza sempre maggiore di cibi non processati, sempre meno raffinati, una diminuzione dell’utilizzo di grassi animali, sono spuntate opzioni vegan e senza glutine in ogni dove. Anche le grandi aziende alimentari che fondano il proprio core business su processi produttivi tradizionali non proprio sostenibili o salubri, hanno investito nella creazione di linee vegan, bio, km0, annusando la necessità di soddisfare un target di consumatori sempre più consapevole e attento.

Negli ultimi due anni sempre più persone hanno imparato a leggere le etichette, sono nate app che a partire dal codice a barre riconosco l’INCI dei prodotti, calcolano le calorie e riportano la lista degli ingredienti. C’è chi dice che il 2017 e il 2018 sono stati gli anni in cui dietisti e nutrizionisti hanno fatturato di più, e io non posso che sottoscrivere.

Detto ciò, vediamo quali cibi saranno di tendenza nel 2019.

Cibi fermentati e gut-healthy

Ultimamente i cibi fermentati e buoni per l’intestino sono entrati timidamente ma in maniera costante tra i contenuti e i prodotti più cercati. L’anno prossimo lo saranno ancor di più. Tra le pubblicazioni spopolano i manuali di fermentazione per autoprodurre kombucha, kimchi, kefir o di autoguarigione attraverso una dieta ricca di probiotici. La vera novità, però, sarà trovarne sempre di più anche sugli scaffali dei negozi o tra le proposte di ristoranti e bar.

Cibi sostenibili, packaging ecologici

I cibi molto processati, contenenti ingredienti artificiali, incelofanati, sigillati in piccole monodosi e contenitori di plastica, con cannucce, cucchiaini, forchettine monouso, avranno sempre meno mercato, saranno sinonimo di bassa qualità e di arretratezza. Insomma, comprare e acquistare una merendina contenente, per esempio, mono e digliceridi degli acidi grassi (provenienti da scarti dell’industria della carne e del pellame), priva di aromi naturali e magari impacchettata singolarmente in plastica contenuta in una scatola di cartone e a sua volta ricoperta di plastica… beh, sarà alla moda e popolare come girare in centro con un auto non catalitica indossando una bella pelliccia di cuccioli di Dalmata.

Saranno ampiamente incoraggiate e premiate tutte quelle piccole e grandi attività che sposeranno la sostenibilità attraverso la scelta di confezioni ecologiche, la lotta allo spreco alimentare, il riutilizzo di materiali di scarto e l’uso di energie sostenibili. I valori di autenticità e trasparenza investiranno un po’ tutti tra chef, blogger, ristoranti, marchi e ogni tipo di attività legata al cibo.

Una novità che personalmente apprezzo moltissimo, sarà quella di promuovere il consumo di frutta e verdura brutte (ugly food), ovvero tutti quei prodotti esteticamente imperfetti ma ottimi dal punto di vista nutrizionale che di solito non vengono messi in vendita. Intelligenza ecologica 1 – spreco alimentare 0.

Meat free e opzioni vegane

Le catene di ristoranti di polli da batteria cotti allo spiedo, le steakhouse da famiglie e i fast food con burger a tre piani a soli 2 euro, non spariranno magicamente dal pianeta ma diciamo che saranno trendy come le scarpe ortopediche della sanitaria. Per carità, comode e funzionali, ma pur sempre un pugno in un occhio.

Sentiremo molto parlare di alternative alla carne di ogni tipo: non tramonteranno i sostituti vegetali ormai d’uso comune come seitan e tofu ma debutteranno anche snack di finta carne (a base di jack fruit per esempio) e la futuristica carne prodotta in laboratorio (heme).

Prodotti di origine animale di tendenza per il 2019? Pochi, ma ci sono: carne di capra, coda vaccina e tagli di carne insoliti (creste, animelle, zampe… sempre in linea con la filosofia zero waste). Cattive notizie invece per chi aveva puntato tutto su halloumi, uova biologiche e salmone.

Infine, permettetemi una parentesi terminologica: da oltre oceano, arriveranno alcuni simpatici neologismi da segnare nel taccuino, tra cui segnalo peganism, una nuova dieta di tendenza che combina paleo e veganismo.

Dolci meno dolci e più naturali

Lo zucchero bianco e compagnia bella hanno fatto il loro tempo, ce ne siamo accorti tutti. La sua sostituzione ha portato a un’esplosione di fantasia culinaria e riscoperta di alternative aromaticamente interessanti, non solo prettamente salutari. Malti, sciroppi, melasse, stevia, datteri e fichi secchi come se piovesse.

Andranno molto i dessert ghiacciati preparati con ingredienti insoliti come avocado, acqua di cocco, tahina, clorofilla e le coloratissime smoothie bowls che possiamo già ampiamente ammirare nei profili Instagram oltreoceano.

Cibi etnici e nuovi orizzonti del gusto

Anche se qui in Italia il sushi continua ad essere il cibo etnico più amato, sono felice di annunciarvi che le nuove tendenze gastronomiche del 2019 apriranno i confini del gusto e sposteranno un po’ più in là la nostra conoscenza delle cucine del mondo.

Tra le spezie, troneggiano le spezie mediorientali (cumino, cannella, cardamomo…) ma sentiremo parlare, e spero per tutti assaggeremo, il maneesh, il tipico flatbread con erbe e semi di sesamo.

Un occhio particolare a tutte le cucine etniche provenienti dall’anello del Pacifico. Potremmo ritrovarci sempre più spesso di fronte a piatti nuovi ed esotici, provenienti da Vietnam, Birmania e Thailandia.

Mode e tendenze del cibo: come possono essere utili al food writer?

Ma come possono essere utili tutte queste previsioni di mode e tendenze alimentari a chi per lavoro o per passione scrive contenuti che parlano di cibo?

Surfando nel web in cerca dei cibi più modaioli e cercati possiamo trovare davvero di tutto, quindi è bene focalizzarci su ciò che è veramente utile per noi. Per esempio, consultare la lista di Whole Foods sulle tendenze e novità alimentari per il 2019, può darci l’idea di cosa proporrà il mercato e quali prodotti andranno di moda sugli scaffali.

Essere a conoscenza delle nuove mode è fondamentale, ci fa stare al passo con i tempi e rifocilla la nostra enciclopedia di conoscenze. Altrettanto fondamentale è sfruttare al meglio queste informazioni: come?

Ho giusto tre consigli, pochi ma buoni.

Come il cliente, il target ha sempre ragione.

Il food writer può essere un giornalista, un blogger, un recensore di libri di cucina, un critico, uno scrittore. Ognuna di queste figure si dirige a un lettore diverso, con esigenze/età/sesso/predilezioni specifiche. Fate tesoro dei nuovi trend ma non sentitevi obbligati a creare contenuti forzati pur di spuntare le voci della lista.

La precedenza va data a chi legge e alla qualità dei contenuti.

L’importanza del contesto culturale

Non dimentichiamo che tutte (o quasi tutte) le previsioni sui food trend vengono svolte al di fuori dal mercato e dal contesto culturale italiano. Chi lavora come food writer in Italia, potrebbe informarsi sulle nuove mode, anche solamente osservando cosa propongono ristoranti, siti di cucina, programmi tv, case editrici etc. inglesi e americane.

E’ vero, siamo un popolo esterofilo, ma esperienza insegna che non tutto quello che è andato di moda l’anno scorso negli Stati Uniti, sarà prossimamente in voga anche in Italia. Il contesto culturale quindi è molto importante, esserne consapevoli per direzionare le proprie energie creative e la propria comunicazione lo è ancora di più.

Creare contenuti coerenti

Se la direzione è quella della sostenibilità e dell’autenticità dei prodotti e di chi li produce, credo che anche il food writer, se già non lo fa o non lo fa con costanza, potrebbe allinearsi con questi principi. Creare contenuti onesti, alimentati da passione, che vadano a coinvolgere chi legge in modo attivo e costruttivo. Mi sembra un buono spunto da cui partire quando si comunica con le parole e si racconta una delle cose più belle del mondo: il cibo.

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